MAB
Partecipare culturalmente? È (ancora) un privilegio
Francesco Mannino analizza le barriere sociali e culturali che in Italia limitano l’accesso alla vita culturale e fanno percepire la cultura come uno spazio elitario, escludendo chi non ne padroneggia i codici.
Oltre agli ostacoli fisici, economici o territoriali, pesano soprattutto segnali simbolici e rituali che fanno percepire la cultura come uno spazio elitario, escludendo chi non ne padroneggia i codici. L’immaginario culturale dominante, poco rappresentativo della diversità presente nel Paese, marginalizza storie e memorie di gruppi sottorappresentati, in particolare persone con background migratorio. Il testo presenta esempi di pratiche interculturali e comunitarie che riducono tali barriere rendendo musei e biblioteche luoghi condivisi e partecipati. Perché questi cambiamenti diventino strutturali, servono politiche di lungo periodo basate su governance partecipativa, pluralità linguistica e redistribuzione del potere culturale. La sfida finale è ridefinire il 'noi' della cultura italiana, riconoscendo la diversità come risorsa e condizione per una democrazia culturale più ampia.

L'accessibilità museale inizia online
Mettersi nei panni di chi visita il sito di un un luogo della cultura, interrogandoci su cosa cerca e su cosa cerca nel suo sito web, è il presupposto per rendere accogliente e accessibile una possibile visita.
Che vuol dire MAB?
La collaborazione tra musei, archivi e biblioteche poggia sul presupposto che le tre tipologie di organizzazione, condividendo la missione di conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale che collezionano, si rivolgano alle medesime comunità, offrano servizi similari e condividano prassi di lavoro.
Tuttavia, molto diversi sono gli ambiti disciplinari dei professionisti coinvolti e non sempre conciliabili i modelli di funzionamento e le pratiche di gestione e valorizzazione delle organizzazioni.