Glossario
glossario /glo's:arjo/ s. m. [dal lat. glossarium, der. di glossa: v. glossa1]. – Raccolta di vocaboli, per lo più antiquati o rari, o comunque bisognosi di spiegazione, registrati in genere in ordine alfabetico e seguiti dalla dichiarazione del significato o da altre osservazioni; può attingere le voci da un particolare momento storico nell’evoluzione di una lingua (e in questo caso ha forma di un comune dizionario), oppure da un singolo testo o autore, e allora ha spesso forma di indice collocato in fine dell’opera [...]. Da treccani.it, Vocabolario on line.
Il nostro è un glossario scalabile, navigabile e ipertestuale in cui le voci sono definite e ridefinite, ora dall'autorevolezza della storia e delle discipline scientifiche e sociali, ora dalla prepotenza dei fatti, da un'intuizione, da un'ispirazione.
Raccoglie sia le parole che raccontano il mondo in cui siamo, che le parole che tratteggiano il mondo che cerchiamo, secondo le tante prospettive di accessibilità.
Lettere del Glossario
Abilitazione e disabilitazione
I termini abilitazione e disabilitazione si riferiscono a processi relazionali ed ambientali che possono espandere, oppure limitare, le possibilità di partecipare, capire, muoversi, agire e non sono quindi relativi a qualità “interne” della persona.
Abilitazione significa creare le condizioni per permettere a una persona di esercitare le proprie capacità, di partecipare pienamente e di avere accesso all’esperienza.
Disabilitazione è il processo opposto e si verifica quando l’ambiente, le relazioni o l’organizzazione impediscono alla persona di usare le proprie capacità, limitando l’azione potenziale della persona non per mancanza sua, ma per un contesto inadeguato.
È ciò che nei modelli sociali e nei framework come l’ICF viene definito barriera.
Abilitazione e disabilitazione

Accessibilità
Per accessibilità al patrimonio culturale si intende la possibilità per tutte le persone di accedere, di fruire e di partecipare al patrimonio culturale garantendone l’inclusione e l’uguaglianza attraverso il superamento delle barriere fisiche, sensoriali, cognitive, ma anche economiche o culturali.
Il pubblico godimento del patrimonio culturale italiano viene indicato già nel d.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi degli articoli 3 e 6, quale fine istituzionale delle attività di tutela e valorizzazione, nell’intento di garantire «anche alle persone diversamente abili» l’accessibilità ai luoghi della cultura. A livello europeo sono stati divulgati vari atti d’indirizzo e linee guida sul tema dell’accessibilità dei beni culturali e anche a livello internazionale con la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità del 2006, relativi al diritto di accesso alla cultura.
La Convenzione di Faro, poi, parla dell’accessibilità come strumento per «incoraggiare ciascuno a partecipare: al processo di identificazione, studio, interpretazione, protezione, conservazione e presentazione dell’eredità culturale; alla riflessione e al dibattito pubblico sulle opportunità e sulle sfide che l’eredità culturale rappresenta». Sempre secondo la Convenzione, l’accessibilità ha lo scopo di incoraggiare a «prendere in considerazione il valore attribuito da ogni comunità patrimoniale all’eredità culturale in cui si identifica; a riconoscere il ruolo delle organizzazioni di volontariato, sia come partner nelle attività, sia come portatori di critica costruttiva nei confronti delle politiche per l’eredità culturale». E ancora, l’accessibilità serve a «promuovere azioni per migliorare l’accesso all’eredità culturale, in particolare per i giovani e le persone svantaggiate, al fine di aumentare la consapevolezza sul suo valore, sulla necessità di conservarlo e preservarlo e sui benefici che ne possono derivare».
[La partecipazione alla gestione del patrimonio culturale. Politiche, pratiche ed esperienze, 2023, Scuola nazionale del patrimonio e delle attività culturali]
Accessibilità

Accoglienza
L’accessibilità riguarda e coinvolge tutta l’istituzione, dalla dirigenza agli addetti al pubblico. Questo comporta ripensare gli spazi, gli strumenti, i servizi e le attività, in modo tale da incontrare i bisogni e i desideri di tutti i possibili visitatori e visitatrici. In questo processo l’accoglienza costituisce un punto fondamentale in quanto primo punto di contatto con i pubblici, per questo necessita una particolare cura e attenzione. L’accoglienza, così come altra azione intrapresa dai musei, deve avere come fine ultimo «il rispetto per la dignità intrinseca, l’autonomia individuale, compresa la libertà di compiere le proprie scelte, e l’indipendenza delle persone» (Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità, 2006).
[Gruppo di Lavoro Accessibilità di ICOM Italia, 10 parole, 2024, a cura di Irene Balzani, Sofia Bilotta, Rosa Di Lecce, Irene Innocente, Federica Pascotto]
Accoglienza

Agency
Agency, o agentività, è la capacità di agire attivamente e trasformativamente nel contesto in cui si è inseriti, capacità che nasce dalla convinzione di poter esercitare una influenza nelle situazioni o sullo stato delle cose.
Ci sono due tipi di agency da incoraggiare: quella di ogni persona all’interno del contesto museale e quella degli stessi musei nella società dove, in virtù del loro ruolo e responsabilità possono generare un cambiamento positivo.
[Gruppo di Lavoro Accessibilità di ICOM Italia, 10 parole, 2024, a cura di Irene Balzani, Sofia Bilotta, Rosa Di Lecce, Irene Innocente, Federica Pascotto]
Agency

Attivismo
I musei, e le narrazioni che propongono, non possono essere né oggettive né neutrali: è partendo da questa consapevolezza che occorre ripensare il modo con il quale il patrimonio viene allestito, interpretato, comunicato. Auspichiamo che nella progettazione di mostre, musei e in generale negli spazi del vivere comune vengano considerati menti e corpi non conformi, scardinando l’idea di una 'norma' con la quale sono organizzati ancora ambienti ed eventi.
Crediamo che musei, spazi espositivi e istituzioni culturali possono essere promotori essenziali di un cambiamento verso una società più equa.
[Gruppo di Lavoro Accessibilità di ICOM Italia, 10 parole, 2024, a cura di Irene Balzani, Sofia Bilotta, Rosa Di Lecce, Irene Innocente, Federica Pascotto]
Attivismo

Benessere
L’apporto della cultura e dei musei nel miglioramento del benessere e della salute individuale e collettiva è ormai ampiamente riconosciuto. I musei possono avere un impatto positivo sul benessere psicologico e sulla salute mentale delle persone contribuendo a ridurre lo stress, stimolare la creatività, il pensiero critico e l’interazione sociale.
Garantire un’ampia accessibilità (creando situazioni che favoriscono il comfort fisico, mentale ed emotivo dei visitatori) vuol dire pertanto anche contribuire a migliorare la salute in quanto fondamentale diritto dell'individuo della collettività.
[Gruppo di Lavoro Accessibilità di ICOM Italia, 10 parole, 2024, a cura di Irene Balzani, Sofia Bilotta, Rosa Di Lecce, Irene Innocente, Federica Pascotto]
Benessere

Comunità
Ogni museo deve considerare le varie comunità, intese come sistemi relazionali, e rappresentarle. I musei possono anche favorire senso di connessione reciproca, permeabilità tra diversi gruppi e creare a loro volta comunità plurali. Come istituzione il museo deve inoltre assicurarsi che ogni visitatore e visitatrice si senta a proprio agio e riconosciuto/a come parte della comunità museale.
[Gruppo di Lavoro Accessibilità di ICOM Italia, 10 parole, 2024, a cura di Irene Balzani, Sofia Bilotta, Rosa Di Lecce, Irene Innocente, Federica Pascotto]
Comunità

Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità
La CRPD Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (adottata nel 2006 ed entrata in vigore nel 2008) è un trattato internazionale sui diritti umani che definisce gli obblighi degli Stati per garantire che le persone con disabilità godano, pienamente e su base di uguaglianza, di tutti i diritti e le libertà fondamentali. È stata ratificata dall’Italia con la Legge 18 del 3 marzo 2009.
La CRPD non crea nuovi diritti, ma li riafferma, chiarisce come devono essere applicati alle persone con disabilità e definisce l’obbligo di rimuovere barriere fisiche, comunicative, culturali, normative e sociali.
La Convenzione è composta da 50 articoli. Pone enfasi sull’autodeterminazione, l’uguaglianza di opportunità, l’accesso alla cultura, alla giustizia e alla partecipazione politica, spostando il focus dall’adattamento individuale alla trasformazione sociale e istituzionale. È il principale documento internazionale che sancisce il passaggio da un modello di interpretazione della disabilità di orientamento medico al modello dei diritti umani.
Lo studio alla base della Convenzione fu commissionato dall’allora Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Mary Robinson, a Gerard Quinn, oggi Relatore Speciale delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, e Theresia Degener, giurista e professoressa di legge esperta in materia.
Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità

Co-progettazione
Niente per noi senza di noi è il motto che corrisponde al principio secondo il quale ogni persona ha il diritto di avere il controllo e la responsabilità delle scelte. Nei musei questo si traduce nella necessità costante di ascoltare e coinvolgere più segmenti di pubblico: varie figure professionali, persone con disabilità o chi vive particolari condizioni ma anche differenti età, culture, provenienza, identità di genere.
Co-progettare vuol dire creare insieme ai pubblici, utilizzare i sensi, altre lingue e linguaggi per poi valutare l’efficacia e il valore delle proposte, in uno scambio costante e reciproco.
[Gruppo di Lavoro Accessibilità di ICOM Italia, 10 parole, 2024, a cura di Irene Balzani, Sofia Bilotta, Rosa Di Lecce, Irene Innocente, Federica Pascotto]
Co-progettazione

Design for all
Progettare per ogni persona e per tutte e tutti vuol dire considerare l’accessibilità non qualcosa di correttivo o integrativo ma come un principio di base, con la consapevolezza che quello che va a beneficio delle persone con disabilità migliora l’esperienza di ogni persona. Seguire il principio del Design for all vuol dire considerare i bisogni di tutti i visitatori evitando di progettare per corpi e menti che rispondono a una presunta 'norma'.
[Gruppo di Lavoro Accessibilità di ICOM Italia, 10 parole, 2024, a cura di Irene Balzani, Sofia Bilotta, Rosa Di Lecce, Irene Innocente, Federica Pascotto]
Design for all

Diritti del/al patrimonio culturale
Tradizionalmente si parla di diritto al patrimonio culturale in relazione alla fruizione del bene stesso. Con la ratifica della Convezione di Faro è stato segnato il passaggio, a livello normativo, dal diritto 'del' patrimonio culturale al diritto 'al' patrimonio culturale, ovvero al diritto individuale o collettivo, di trarre beneficio dal patrimonio. Questo passaggio è stato definito come una rivoluzione copernicana che introduce «il protagonismo delle componenti più attive della società, non in contrasto, ma in sinergia con le competenze disciplinari, che da questo protagonismo dovrebbero appunto trarre le energie per rigenerarsi» (Manacorda 2022).
L’art. 1 della Convenzione di Faro, infatti, introduce il concetto per cui «riconoscere che il diritto all’eredità culturale è inerente al diritto a partecipare alla vita culturale». All’art. 4 della Convenzione, poi, si specifica che chiunque, da solo o collettivamente, ha diritto a trarre beneficio dal patrimonio culturale e a contribuire al suo arricchimento. Questa definizione trova le sue radici nella Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo del 1948, la quale riconosce il diritto assoluto dell'individuo a fruire liberamente della vita culturale della comunità, di «godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico e ai suoi benefici» (art. 27). Tale previsione è stata poi inserita anche nel Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali del 1966. Si parla, dunque, non solo del 'diritto' a ricevere i benefici dal godimento del patrimonio culturale, ma anche, sia individualmente sia collettivamente, del dovere a partecipare alla sua creazione e al suo arricchimento (art. 5).
[La partecipazione alla gestione del patrimonio culturale. Politiche, pratiche ed esperienze, 2023, Scuola nazionale del patrimonio e delle attività culturali]
Diritti del/al patrimonio culturale

Disabilities Studies
I Disability Studies sono un’area interdisciplinare di ricerca che studia la disabilità come fenomeno sociale, culturale, politico e relazionale, e non come semplice caratteristica individuale o condizione medica. Questo campo analizza come le norme sociali, gli ambienti, i linguaggi, le istituzioni e il potere contribuiscano a costruire l’esperienza della disabilità, mettendo in discussione le visioni che la considerano un “problema” della persona.
Disabilities Studies

Governance partecipativa
Nelle Conclusioni del Consiglio sulla governance partecipativa del patrimonio culturale (2014/C 463/01) il Consiglio dell’Unione Europea riconosce all’art. 9 che la governance partecipativa del patrimonio culturale «nel quadro degli interventi pubblici, cerca la partecipazione attiva dei soggetti interessati – cioè autorità ed enti pubblici, attori privati, organizzazioni della società civile, ONG, settore del volontariato e persone interessate – alla definizione, pianificazione, attuazione, monitoraggio e valutazione delle politiche e dei programmi in materia di patrimonio culturale al fine di aumentare la responsabilità e la trasparenza degli investimenti di risorse pubbliche e di accrescere la fiducia del pubblico nelle decisioni politiche».
Nell'ambito del Piano di lavoro dell’UE per la cultura (2015-2018), la definizione di governance non si traduce in una ricetta applicabile indistintamente a tutte le circostanze e luoghi. Si tratta, piuttosto, di un processo che richiede alle parti interessate di investire in tempo, energie e risorse finanziarie e che richiede personale qualificato, nuove misure organizzative, apertura verso l’ascolto e impegno nella costruzione paziente di relazioni, ma ripaga in termini di responsabilità e trasparenza degli investimenti delle risorse pubbliche e fiducia verso l’attore pubblico nel processo decisionale.
[La partecipazione alla gestione del patrimonio culturale. Politiche, pratiche ed esperienze, 2023, Scuola nazionale del patrimonio e delle attività culturali]
Governance partecipativa

Identità
Identità (al singolare) indica una visione unitaria e relativamente stabile della persona, centrata su un nucleo definitorio che racchiude il proprio essere, spesso associato a una caratteristica prevalente (es. identità culturale, professionale, linguistica). Questa prospettiva, tipica di approcci psicologici tradizionali, semplifica la complessità dell’esperienza individuale e tende a considerare le persone attraverso categorie fisse. L’uso dell’identità al singolare può essere utile per chiarire alcuni ruoli o contesti, ma rischia di produrre generalizzazioni e stereotipi (“le persone cieche…”, “le persone anziane…”).
Versione semplificata
Che cosa significa identità (al singolare):
Parlare di identità al singolare vuol dire pensare che una persona abbia una sola identità principale, stabile nel tempo (per esempio: “è una persona cieca”, “è un artista”, “è italiana”).
Parlare di identità (al plurale) significa riconoscere che ogni persona è portatrice di molteplici appartenenze, ruoli, dimensioni culturali, corporee, sensoriali, linguistiche, sociali e affettive, che emergono in modo situato nei contesti di vita e di fruizione. Questa visione considera le identità come processi dinamici, relazionali e intersezionali, che si trasformano nel tempo e nei diversi ambienti.
Versione semplificata
Che cosa significa identità (al plurale):
Parlare di identità al plurale vuol dire riconoscere che ogni persona ha molte identità insieme: ruoli, interessi, culture, modi di comunicare, modi di vivere il corpo e le emozioni.
Queste identità cambiano a seconda del contesto.
Identità

Identità culturale
L'identità culturale è quell’insieme di elementi che permette a un gruppo di riconoscersi nella propria originalità e si riferisce a quelle componenti distintive e uniche di un individuo o di un gruppo che hanno in comune valori e tradizioni. L’identità culturale dà al gruppo un suo proprio senso di appartenenza, senza confusione, né alterazione. Nella Convenzione di Faro il patrimonio culturale è parte integrante del processo di «costruzione di una società pacifica e democratica, nei processi di sviluppo sostenibile nella promozione della diversità culturale» (art. 1). Con la ratifica della Convenzione, l’Italia si è impegnata a creare una sinergia tra gli attori pubblici, istituzionali e privati per raggiungere tali obiettivi. La Convenzione richiede non soltanto preservazione della propria identità culturale, ma anche il rispetto dell’identità culturale altrui e, quindi, di quella europea. All’articolo 7 della Convenzione di Faro, gli Stati si impegnano a far sì che le autorità pubbliche e altri enti competenti siano portati e portino i cittadini a riflettere su soluzioni etiche, metodi di presentazione dell’eredità culturale e rispetto per la diversità delle interpretazioni. Rispetto dell’identità culturale per la Convenzione di Faro significa dunque rispetto per l’altro e dialogo con altre identità culturali.
[La partecipazione alla gestione del patrimonio culturale. Politiche, pratiche ed esperienze, 2023, Scuola nazionale del patrimonio e delle attività culturali]
Identità culturale

Modelli interpretativi disabilità
Il modello medico è un paradigma che interpreta la disabilità come una condizione individuale derivante da una menomazione o da un deficit di natura biologica, fisiologica o mentale. Secondo questo modello, la causa risiede nella persona e il compito principale degli interventi consiste nel curare, riabilitare o normalizzare il funzionamento dell’individuo, affinché si avvicini il più possibile a standard di “normalità”. L’ambiente esterno ha un ruolo marginale e non è considerato un fattore determinante della disabilità. Il modello medico è stato la cornice dominante fino agli anni ’60-’70 e ha costituito il punto di partenza storico e teorico rispetto al quale tutti gli altri modelli si sono sviluppati o contrapposti, adottato un’ultima volta nel 1980 dall’OMS nella classificazione ICIDH (International Classification of Impairments, Disabilities and Handicaps).
Nel modello dei diritti umani, elaborato a partire dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (CRPD, 2006), la disabilità è una questione di diritti, uguaglianza e giustizia sociale e non di assistenza o riabilitazione. Non si concentra sulle limitazioni della persona, ma sulle responsabilità della società nel garantire che ogni individuo possa esercitare pienamente i propri diritti umani. Secondo questo modello, la disabilità emerge quando barriere fisiche, culturali, comunicative o normative impediscono la partecipazione su base di uguaglianza. Gli Stati e le istituzioni hanno l’obbligo giuridico di eliminare tali barriere, prevenire discriminazioni e assicurare condizioni di pari opportunità, autonomia e inclusione.
Modelli interpretativi disabilità

Partecipazione
La Convenzione di Faro (2005) incoraggia «ciascuno a partecipare al processo di identificazione, studio, interpretazione, protezione, conservazione e presentazione dell’eredità culturale».
Partecipare significa dare a ogni persona un ruolo attivo e il museo è chiamato ad ascoltare, stimolando e coltivando il potenziale creativo ed espressivo delle comunità, del territorio e di ogni singolo visitatore o visitatrice.
L’approccio partecipativo è un principio che trasforma il museo in un luogo di cittadinanza attiva dove le persone sono invitate a contribuire a nuovi processi e significati collettivi.
[Gruppo di Lavoro Accessibilità di ICOM Italia, 10 parole, 2024, a cura di Irene Balzani, Sofia Bilotta, Rosa Di Lecce, Irene Innocente, Federica Pascotto]
Partecipazione

Pregiudizio
Oltre
Pregiudizio

Relazione
I musei sono luoghi di relazioni: tra i visitatori e il patrimonio, tra il personale e i visitatori e tra gli stessi visitatori e visitatrici. Costruire e coltivare relazioni solide e durature e un rapporto di fiducia con il territorio e con tutti gli stakeholder è essenziale per creare un museo accessibile.
All’interno di ogni museo inoltre favorire gli incontri e valorizzare le connessioni significa promuovere la cultura dell’accessibilità.
[Gruppo di Lavoro Accessibilità di ICOM Italia, 10 parole, 2024, a cura di Irene Balzani, Sofia Bilotta, Rosa Di Lecce, Irene Innocente, Federica Pascotto]
Relazione

Soglia
Tutti i musei hanno una soglia fisica e contemporaneamente costituiscono una soglia metaforica in quanto spazi che pongono in comunicazione le persone e il patrimonio culturale. Essendo luoghi sociali, al loro interno si incontrano persone con varie culture, provenienze, età, religioni, identità di genere e orientamenti sessuali. Riconoscere le soglie è il primo passo per invitare a oltrepassarle trasformandole in confini permeabili che mettono in comunicazione.
[Gruppo di Lavoro Accessibilità di ICOM Italia, 10 parole, 2024, a cura di Irene Balzani, Sofia Bilotta, Rosa Di Lecce, Irene Innocente, Federica Pascotto]
Soglia
